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Le origini della festa di Natale - prima parte

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Messaggio Da Ticanino86 Gio Giu 26, 2008 6:36 pm

È possibile sapere in che giorno dell'anno nacque Gesù di Nazaret? Perché il Natale è festeggiato il 25 Dicembre? Si tratta di una data storicamente attendibile, o di una convenzione?

Testimonianze e documenti
Prima parte tratta da Mario Righetti1, Storia liturgica, vol. II, Milano, Ancora, 19693, pp. 65-70. Revisione e postilla di Andrea Nicolotti. Sottotitoli aggiunti.

Una questione preliminare trattando delle origini della festa di Natale, riguarda la data della nascita del Salvatore. In quale giorno nacque Gesù? I Vangeli ne tacciono completamente, e gli scrittori più antichi non ci hanno lasciato nulla di certo in proposito. Secondo Clemente Alessandrino (+ c. 215), in Oriente alcuni fissavano la nascita il 20 di Maggio2, altri il 20 di Aprile, altri ancora il 18 di Novembre; ed egli, non senza ironia, appunta coloro "che non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno"3. In Occidente S. Ippolito (+ 235), nel Commentario su Daniele, ha per il primo un accenno alla data del 25 Dicembre4. Nel 243, l'anonimo autore del De Pascha computus fa nascere Gesù, Sol iustitiae, il 28 di Marzo, per il semplice motivo che in quel giorno, quarto della creazione, Dio creò il sole5. Nell’opuscolo De solstitiis et aequinoctiis (fine del III sec. o metà del IV), si dice: “Nostro Signore fu concepito il 28 Marzo, che è giorno della Pasqua, della Passione del Signore e del suo concepimento”, e “Il Signore nacque nel mese di Dicembre, di inverno, il 25”6. Similmente si legge in Tertulliano Adversus Judaeos7 e in S. Agostino, De Trinitate8. Questa strana varietà di opinioni, dimostra che in quei primi secoli, non solo non esisteva una tradizione intorno alla data del Natale, ma che la Chiesa non ne celebrava punto la festa, altrimenti, fra tanta diversità di pareri, se ne sarebbe fatto questione viva, come avvenne per determinare la solennità della Pasqua. Del resto, non era tanto la data della nascita di Gesù che interessava la Chiesa, quanto il fatto che si realizzava con la venuta di lui sulla terra, l'inizio del mistero della redenzione9.
Sennonché, nella prima metà del IV sec., noi incontriamo un documento autentico romano che attesta indiscutibilmente l'esistenza della festa di Natale a Roma il 25 Dicembre10. È la Depositio Martyrum filocaliana, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354, e nel quale si legge in primo luogo11:
VIII Kal. Ianuarii natus Christus in Betleem Iudeae
seguita da un breve elenco di martiri venerati a Roma.
Quale fosse il carattere di questa prima commemorazione natalizia, non sappiamo; probabilmente doveva essere una Memoria, privilegiata senza dubbio, ma non dissimile dalle consuete Memoriae martyrum celebrate nei loro anniversari; la festa infatti restò sempre ancorata fra quelle del Santorale12. Possiamo invece chiederci se la Chiesa romana, introducendola nel suo calendario, conoscesse quella analoga dell'Epifania, che si celebrava in Oriente il 6 gennaio. La risposta negativa, a nostro avviso, sembra la più sicura, almeno fino a qualche decennio dalla sua istituzione.
Un altro documento che, secondo taluni, conferma i dati del Filocaliano, è il discorso tenuto da Papa Liberio in S. Pietro nel 353, in occasione della velatio di S. Marcellina, sorella di S. Ambrogio. Il tenore del discorso, più di Ambrogio che di Liberio, ci è conosciuto nella rievocazione fattane dal santo vescovo nel suo De Virginibus, scritto 23 anni dopo. In esso si parla della festa che si celebrava a Roma in quel giorno, il Natale del Salvatore; ma poiché nello stesso giorno si ricordava dalla liturgia il miracolo di Cana, e la moltiplicazione dei pani, ed era pure consuetudine compiere la consacrazione delle vergini13, tale celebrazione natalizia non può che riferirsi a quella dell'Epifania14. Questa infatti a Roma, nel 376 doveva già coesistere con la festa del 25 dicembre15.



Le ipotesi
Come si è giunti a fissare una tale data? I liturgisti hanno proposto due ipotesi.
Sostituzione di una festa pagana
La prima ipotesi, enunciata già da un antico scrittore siriaco sconosciuto1, ripresa da H. Usener2 e da B. Botte3, suppone che la Chiesa di Roma, dopo la pace, allo scopo di avviare più facilmente alla fede la massa dei pagani, trovò opportuno istituire al 25 dicembre la festa della nascita temporale di Cristo per distoglierli dalla festa pagana, celebrata in quello stesso giorno in onore del "Sole invitto", Mitra, il vincitore delle tenebre. Il culto del sole a quest'epoca era in auge presso i Romani, e non poteva non richiamare all'autorità ecclesiastica la nota immagine profetica del Sol justitiae di Malachia, che la tradizione cristiana applicava a Cristo4. Una decorazione musiva della prima metà del III sec. lo rappresenta appunto, frammisto a simboli cristiani, nella figura di Helios, trionfante sopra un carro trascinato da cavalli bianchi5. Nel 274, Aureliano aveva innalzato a Mitra un sontuoso tempio, la cui inaugurazione era avvenuta il 25 Dicembre: N(atalis) Invicti CM. XXX, annota pure il calendario civile Filocaliano con l'indicazìone dei ludi circensi da effettuarsi in suo onore6. L'ipotesi pertanto prospettata dai critici circa l'origine della festa natalizia si presenta senza dubbio seducente; ma, dobbiamo riconoscere che, a parte l'analogia delle due date e delle due feste, mancano prove positive di una reale sostituzione dell'una all'altra.
Intanto è assai strano che una novità di questo genere, introdotta a principio del IV sec., sia taciuta completamente dai Padri e dagli scrittori ecclesiastici dell'epoca. Si citano bensì alcuni testi di S. Ambrogio7, S. Massimo di Torino, S. Zenone di Verona, S. Agostino, S. Gerolamo, i quali si dilettano a mettere in relazione Cristo con il sole e il natale di quello col natale di questo; ma essi ne parlavano sviluppando semplicemente l'immagine di Malachia: Orietur vobis sol justitiae (14,2) e ricordando, non già il natale del sole pagano, Mitra, ma il natale del sole visibile, il Sol novus, che nasce con il solstizio d'inverno (25 Dicembre), quando jam incipiunt dies crescere, come nota S. Agostino8. Un passo di S. Leone, che sembra in apparenza dire qualche cosa di più, ha in realtà tutt'altro significato9. Con tutto ciò, non siamo alieni dall'ammettere come la prima ipotesi sia consona allo stile della Chiesa romana; la quale talvolta si compiacque di introdurre le sue feste, non tanto per commemorare un mistero, o per mettere in rilievo una ragione simbolica, quanto piuttosto per tramandare un fatto avvenuto nell'Urbe, quale la depositio di un martire, la traslazione delle sue reliquie, la dedicazione di una basilica od anche, come forse in questo caso, per combattere una festa pagana dandole un contenuto e un significato cristiano. Più tardi, era l'idea proposta da S. Gregorio Magno ad Agostino per agevolare la conversione degli inglesi.
Data calcolata su basi cristiane
La seconda ipotesi, suggerita da L. Duchesne10, fa derivare la data della nascita di Cristo da quella presunta della sua morte. Infatti, come abbiamo già accennato, era opinione molto diffusa a principio del III sec. che il Redentore fosse morto il 25 di Marzo. S. Ippolito (+ 235), nella sua Tavola pasquale, lo afferma decisamente11; e il suo computo è importante, perché sta alla base di una tradizione cronologico-liturgica, che possiamo ritenere romana od occidentale12. La data, storicamente insostenibile13, era dovuta a semplici considerazioni astronomico-allegoriche, cioè, che in quel giorno, cadendo l'equinozio di primavera, fosse stato creato il mondo. Ciò posto, era facile il passaggio ad un'altra coincidenza. Cristo non poteva aver trascorso su questa terra che un numero intiero di anni; le frazioni sono imperfezioni che non si confanno con il simbolismo dei numeri e si è quindi portati ad eliminarle il più che si può. L'Incarnazione perciò dovette avvenire, come la Passione, il 25 Marzo; e coincidendo questa con il primo istante della gravidanza di Maria, la nascita di Cristo s'aveva da computare necessariamente al 25 Dicembre. Tale infatti è la conclusione di Ippolito14. Questa ipotesi trova conferma in un uso attestatoci dallo storico Sozomeno, e che spiega analogamente perché gli orientali festeggiassero il Natale il 6 Gennaio. “Sozomeno - osserva Duchesne - parla di una setta di Montanisti, che celebravano la Pasqua il 6 Aprile al posto del 25 Marzo in virtù del fatto che il mondo sarebbe stato creato all’equinozio, cioè, secondo essi, il 24 Marzo, la prima luna piena del primo mese doveva essere caduta quattordici giorni più tardi, vale a dire il 6 Aprile. Ora, tra il 6 Aprile e il 6 Gennaio, v'è giusto nove mesi, come tra il 25 Marzo e il 25 Dicembre. La data greca della natività, il 6 Gennaio, si collega così con un computo pasquale basato su considerazioni simboliche e astronomiche del tutto analoghe a quelle che avrebbero dato origine alla festa del 25 Dicembre”15. L'ipotesi del Duchesne non manca di qualche probabilità, come ne possiede anche, e forse maggiori, l'altra sopra riferita, la quale infatti sembra riscuotere le preferenze dei liturgisti moderni.
Le due ipotesi possono coesistere
A ben riflettere però, le due teorie potrebbero completarsi a vicenda. Le autorità ecclesiastiche, desiderose di sostituire una festa cristiana alla festa solare del 25 Dicembre, trovarono nel sincronismo delle due date (25 Marzo - 25 Dicembre) un motivo di più per mettervi la commemorazione del Natale di Cristo. S. Agostino lo mette più volte in rilievo16.

Ticanino86

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