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boom di vocazioni negli USA dopo la visita papale

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Messaggio Da Ticanino86 Lun Giu 09, 2008 5:17 pm

Il Papa ha toccato il cuore dell’America»

Dalle chiese gremite di fedeli fino al Seminario di St.Joseph al centro di uno «tsunami d’interesse», un mese dopo il viaggio negli Stati Uniti non si placa l’effetto Benedetto XVI

DA NEW YORK

ELENA MOLINARI

Un’ondata di domande d’iscrizione al Seminario di St. Joseph, chiese piene nelle città dove Benedetto XVI ha pregato. E tantissimi nuovi contatti ai siti internet dedicati alla fede. Un mese dopo la sua visita negli Stati Uniti, l’effetto-Papa non è affatto scemato. Anzi.

L’esempio più lampante è il Seminario di St. Joseph a Yonkers, appena fuori Manhattan, dove il 19 aprile Benedetto XVI pregò insieme a 25mila giovani dell’arcidiocesi di New York.

L’istituto, che da qualche anno raccoglie solo una manciata di iscrizioni per ogni nuovo corso, nelle ultime quattro settimane ha ricevuto «uno tsunami di interesse», come lo definisce padre Luke Sweeney, il direttore dell’Ufficio vocazioni dell’arcidiocesi. Padre Sweeney parla di «dozzine» di domande già inoltrate, oltre a decine di e-mail e telefonate di giovani che vogliono incontrarlo o andare a visitare il Seminario per saperne di più.

«Le mie giornate sono piene di appuntamenti e ho molte e-mail cui non sono ancora riuscito a rispondere – spiega fra lo stupito e il raggiante – è incredibile». La visita del Papa non poteva arrivare in un momento migliore per St. Joseph.
Proprio quest’anno, per la prima volta nei suoi 108 anni di storia, il Seminario newyorkese rischiava di aprire i battenti a settembre senza nessuna matricola mentre nei prossimi quattro anni si prevedono 23 ordinazioni sacerdotali.
Pochi per colmare i bisogni di una comunità dove i presbiteri sono 648 per due milioni e mezzo di fedeli. «Siamo di fronte a un serio calo di vocazioni – continua padre Sweeney – ma la visita del Papa riuscirà dove le nostre campagne per incoraggiare i giovani ad avvicinarsi alla vita sacerdotale hanno fallito». Stando alle esperienze raccolte dal direttore dell’ufficio vocazioni, i giovani che si sono fatti avanti nell’ultimo mese coltivavano la loro vocazione da anni, senza mai decidersi a compiere il passo decisivo: «Vengono da me e mi dicono di essere andati alla preghiera del Papa, di aver visto la folla esultante, di aver ascoltato il suo messaggio d’amore e di aver trovato, in un giorno, la risposta a tutte le loro domande».
Non tutti i dubbi dei cattolici che dialogano via Internet su siti come beliefnet.com (dedicato alla spiritualità in generale) o come BustedHalo.com, fondato dai Paolini di New York, si sono dissipati dopo la visita del Pontefice, ma di certo il loro scambio di opinioni si è fatto più vivace e profondo.

«Benedetto XVI ha sfidato apertamente il presupposto di molti credenti americani che la religione sia solo una questione privata e non abbia implicazioni pubbliche – scriveva di recente un partecipante –.

Forse spettava proprio al leader del mondo cattolico sfidare l’individualismo radicale e creare disagio e ripensamento in molti ambiti della nostra società. In questo senso, Benedetto XVI è riuscito nel suo intento». Quanto sia riuscito lo si può capire osservando, in modo empirico, anche le decine di cattolici che avevano messo in soffitta il loro coinvolgimento individuale nella vita della loro parrocchia e che si sono sentiti chiamare personalmente dall’invito del Papa a uscire dal loro guscio. E più di tutti forse quelli di origine tedesca, commossi dall’arrivo del «loro» Papa. Nelle domeniche successive la partenza di Papa Ratzinger, la chiesa di St. Joseph, nell’Upper East Side di Manhattan, l’unica a New York a celebrare ancora la Messa in tedesco, ha visto un insolito afflusso di fedeli, circa il doppio dell’affluenza di un paio di mesi fa. «È un dono di Dio, sento un nuovo spirito di comunità nella nostra chiesa – spiega una parrocchiana di lunga data, Kathryn Jolowicz –. Come tanti, mi sento più forte perché il Papa è venuto».

Ticanino86

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