La FUCI e il Presidente della Repubblica
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La FUCI e il Presidente della Repubblica
La Presidenza Nazionale della FUCI è stata ricevuta a colloquio privato, presso il Suo studio di Palazzo del Quirinale, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Con quale “stile” decidere di raccontare, nelle poche righe di cui dispongo, un evento di tale importanza? Direi nella maniera con cui si è svolto, semplicemente.
E’ vero, questa udienza si aggiunge alle tante concesse alla FUCI dai Presidenti della Repubblica nel corso degli anni. Una tradizione, questa mattina rinnovata, ragione di orgoglio e gratitudine per la nostra Federazione. Ma oggi è toccato a noi, proprio a noi. E soltanto quando attraversi i lunghi corridoi di Palazzo del Quirinale e il maestoso Salone dei Corazzieri, comprendi che è giunto anche il tuo turno. Il turno della “tua” Presidenza. L’ennesimo privilegio, per chi conclude in questa maniera indimenticabile l’esperienza “presidenziale”; il primo dei tanti, invece, per chi oggi la intraprende.
Un incontro carico di attese, maturate nel corso di due anni intensi di lavoro, cui il pensiero e la vicinanza del Presidente Napolitano non sono mancati in più di una circostanza. A Nola, in occasione della Scuola Nazionale di Formazione sul tema “Ambiente e camorra”; a l’Aquila, nel corso dei lavori del recente Congresso Nazionale sul tema “Domani cercasi”. Due messaggi intensi, due riflessioni lucide e affettuose: la prima – caduta in un territorio particolarmente caro al Presidente –, da troppo tempo mortificato dal sopruso della camorra, dalla miopia di alcune amministrazioni e dall’arroganza di costumi viziati dalla cinica e interessata cultura dell’“emergenza”. Ai (con)cittadini nolani, in quella sede riuniti numerosissimi, e ai giovani universitari della FUCI, il Presidente ha ricordato nel Suo messaggio che “contrastare le attività in cui le organizzazioni criminali mettono sistematicamente a rischio beni sociali e costituzionalmente protetti – quali la salute e l’ambiente – richiede che all’attenzione svolta dallo Stato (…) si accompagni la più ampia e responsabile partecipazione democratica (…) La conservazione e valorizzazione del nostro prezioso patrimonio ambientale costituisce un dovere irrinunciabile per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni”. Un richiamo alla partecipazione democratica e alla cittadinanza responsabile, un invito alla “vigilanza civile” e un plauso al lavoro “che da oltre cento anni la FUCI promuove al servizio del Paese”, rievocato ancora con maggiore vigore, nel secondo messaggio inviatoci nel corso dei lavori del Congresso a l’Aquila. Ancora questi, peraltro, alcuni dei temi al centro del colloquio di stamani, insieme ai tanti altri emersi su sollecitazione del Presidente.
Un incontro istituzionale “moderato” dall’elegante sobrietà del Presidente Napolitano che, con la sua spontaneità, lo ha reso del tutto informale. Seduti sul divano del Suo studio, davanti ai nostri occhi c’era la “scrivania” del Presidente della Repubblica. Proprio quella da cui ogni anno, l’ultimo giorno dell’anno, i Presidenti consegnano alle tv accese nelle case di tutti gli italiani – spesso delusi ma mai completamente sfiduciati – il “resoconto” di un anno trascorso, insieme alle “attese” di quello che inizia. Tra i numerosi argomenti oggetto della conversazione, particolare attenzione è stata rivolta ai temi dell’istruzione e della cultura, con specifico riferimento alle riforme universitarie e alle conseguenti ricadute prodotte sulla comunità accademica e sulla qualità dell’offerta formativa; a questo proposito, non sono mancate alcune perplessità, che si aggiungono a quelle già rivolte alla FUCI da S.S. Benedetto XVI in occasione dell’Udienza privata concessaci lo scorso novembre. L’impegno della FUCI, definito “meritorio”, al servizio dell’Università italiana e della formazione delle coscienze, ci impone oggi una riflessione ancora più rigorosa che tenga sempre presente l'esigenza – come ricordatoci dal Presidente Napolitano – di “non cedere mai alla generalizzazione, soprattutto parlando di giovani”. E proprio della complessa “questione giovanile”, dai problemi legati al mondo del lavoro alla frattura intergenerazionale, dalla crisi della legalità alla sfiducia dei giovani nelle istituzioni, abbiamo interloquito a lungo con il Presidente, confrontando le reciproche esperienze ma soprattutto ascoltando con riverente attenzione la Sua analisi, puntuale, talvolta severa, ma sempre piena di speranza e fiducia nelle generazioni più giovani. Dopo aver rivolto al Presidente il nostro più vivo apprezzamento per la levatura morale, la terzietà e l’intransigenza con cui ha condotto e conduce il suo alto incarico, in un periodo storico così delicato in cui la sfiducia nelle istituzioni e il clima antipolitico incalzano, naturalmente la riflessione è caduta sulle questioni politiche ed istituzionali. Definita “violenta e rissosa”, la politica dovrebbe recuperare – ha detto Napolitano – “la capacità di dialogare, al di là delle contrapposizioni ideologiche, per l’interesse generale del Paese”. Di qui, il Suo compiacimento per la riflessione condotta dalla FUCI sul tema delle riforme istituzionali, definite necessarie per l’ammodernamento dell’Italia e, più in generale, la stima per l’autentica tensione all’impegno civile e politico dei giovani, oggi sempre più raro soprattutto in alcuni contesti nei quali gli adulti “non sono sempre credibili”. Infine, dopo aver ricordato il consistente contributo offerto dalla FUCI ai lavori dell’Assemblea Costituente, il Presidente della Repubblica ha voluto omaggiarci del Suo recente intervento tenuto al Parlamento, in occasione dell’anniversario per i 60 anni della nostra Carta Costituzionale.
Una mattina intensa, di contenuti, di messaggi, di emozioni. Una giornata indimenticabile. Nel tentativo, ingrato, di voler “sintetizzare” l’invito che il Presidente della Repubblica oggi ha rivolto alla FUCI e alle coscienze di ciascun cittadino, vorrei ricordare: l’invito al rigore dello studio e dell’analisi, alla fatica della partecipazione democratica, al rispetto della legalità, alla corresponsabilità tra cittadini e alla fiducia verso le Istituzioni della Repubblica.
Una sentimento capace di trasmettere la responsabilità ma anche l’orgoglio e la gratitudine di essere cittadini di questo Paese. Una fiducia che oggi sento “incondizionata” dopo aver incontrato un uomo delle Istituzioni come Giorgio Napolitano.
Umberto Ronga
Vice Presidente Nazionale FUCI
Con quale “stile” decidere di raccontare, nelle poche righe di cui dispongo, un evento di tale importanza? Direi nella maniera con cui si è svolto, semplicemente.
E’ vero, questa udienza si aggiunge alle tante concesse alla FUCI dai Presidenti della Repubblica nel corso degli anni. Una tradizione, questa mattina rinnovata, ragione di orgoglio e gratitudine per la nostra Federazione. Ma oggi è toccato a noi, proprio a noi. E soltanto quando attraversi i lunghi corridoi di Palazzo del Quirinale e il maestoso Salone dei Corazzieri, comprendi che è giunto anche il tuo turno. Il turno della “tua” Presidenza. L’ennesimo privilegio, per chi conclude in questa maniera indimenticabile l’esperienza “presidenziale”; il primo dei tanti, invece, per chi oggi la intraprende.
Un incontro carico di attese, maturate nel corso di due anni intensi di lavoro, cui il pensiero e la vicinanza del Presidente Napolitano non sono mancati in più di una circostanza. A Nola, in occasione della Scuola Nazionale di Formazione sul tema “Ambiente e camorra”; a l’Aquila, nel corso dei lavori del recente Congresso Nazionale sul tema “Domani cercasi”. Due messaggi intensi, due riflessioni lucide e affettuose: la prima – caduta in un territorio particolarmente caro al Presidente –, da troppo tempo mortificato dal sopruso della camorra, dalla miopia di alcune amministrazioni e dall’arroganza di costumi viziati dalla cinica e interessata cultura dell’“emergenza”. Ai (con)cittadini nolani, in quella sede riuniti numerosissimi, e ai giovani universitari della FUCI, il Presidente ha ricordato nel Suo messaggio che “contrastare le attività in cui le organizzazioni criminali mettono sistematicamente a rischio beni sociali e costituzionalmente protetti – quali la salute e l’ambiente – richiede che all’attenzione svolta dallo Stato (…) si accompagni la più ampia e responsabile partecipazione democratica (…) La conservazione e valorizzazione del nostro prezioso patrimonio ambientale costituisce un dovere irrinunciabile per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni”. Un richiamo alla partecipazione democratica e alla cittadinanza responsabile, un invito alla “vigilanza civile” e un plauso al lavoro “che da oltre cento anni la FUCI promuove al servizio del Paese”, rievocato ancora con maggiore vigore, nel secondo messaggio inviatoci nel corso dei lavori del Congresso a l’Aquila. Ancora questi, peraltro, alcuni dei temi al centro del colloquio di stamani, insieme ai tanti altri emersi su sollecitazione del Presidente.
Un incontro istituzionale “moderato” dall’elegante sobrietà del Presidente Napolitano che, con la sua spontaneità, lo ha reso del tutto informale. Seduti sul divano del Suo studio, davanti ai nostri occhi c’era la “scrivania” del Presidente della Repubblica. Proprio quella da cui ogni anno, l’ultimo giorno dell’anno, i Presidenti consegnano alle tv accese nelle case di tutti gli italiani – spesso delusi ma mai completamente sfiduciati – il “resoconto” di un anno trascorso, insieme alle “attese” di quello che inizia. Tra i numerosi argomenti oggetto della conversazione, particolare attenzione è stata rivolta ai temi dell’istruzione e della cultura, con specifico riferimento alle riforme universitarie e alle conseguenti ricadute prodotte sulla comunità accademica e sulla qualità dell’offerta formativa; a questo proposito, non sono mancate alcune perplessità, che si aggiungono a quelle già rivolte alla FUCI da S.S. Benedetto XVI in occasione dell’Udienza privata concessaci lo scorso novembre. L’impegno della FUCI, definito “meritorio”, al servizio dell’Università italiana e della formazione delle coscienze, ci impone oggi una riflessione ancora più rigorosa che tenga sempre presente l'esigenza – come ricordatoci dal Presidente Napolitano – di “non cedere mai alla generalizzazione, soprattutto parlando di giovani”. E proprio della complessa “questione giovanile”, dai problemi legati al mondo del lavoro alla frattura intergenerazionale, dalla crisi della legalità alla sfiducia dei giovani nelle istituzioni, abbiamo interloquito a lungo con il Presidente, confrontando le reciproche esperienze ma soprattutto ascoltando con riverente attenzione la Sua analisi, puntuale, talvolta severa, ma sempre piena di speranza e fiducia nelle generazioni più giovani. Dopo aver rivolto al Presidente il nostro più vivo apprezzamento per la levatura morale, la terzietà e l’intransigenza con cui ha condotto e conduce il suo alto incarico, in un periodo storico così delicato in cui la sfiducia nelle istituzioni e il clima antipolitico incalzano, naturalmente la riflessione è caduta sulle questioni politiche ed istituzionali. Definita “violenta e rissosa”, la politica dovrebbe recuperare – ha detto Napolitano – “la capacità di dialogare, al di là delle contrapposizioni ideologiche, per l’interesse generale del Paese”. Di qui, il Suo compiacimento per la riflessione condotta dalla FUCI sul tema delle riforme istituzionali, definite necessarie per l’ammodernamento dell’Italia e, più in generale, la stima per l’autentica tensione all’impegno civile e politico dei giovani, oggi sempre più raro soprattutto in alcuni contesti nei quali gli adulti “non sono sempre credibili”. Infine, dopo aver ricordato il consistente contributo offerto dalla FUCI ai lavori dell’Assemblea Costituente, il Presidente della Repubblica ha voluto omaggiarci del Suo recente intervento tenuto al Parlamento, in occasione dell’anniversario per i 60 anni della nostra Carta Costituzionale.
Una mattina intensa, di contenuti, di messaggi, di emozioni. Una giornata indimenticabile. Nel tentativo, ingrato, di voler “sintetizzare” l’invito che il Presidente della Repubblica oggi ha rivolto alla FUCI e alle coscienze di ciascun cittadino, vorrei ricordare: l’invito al rigore dello studio e dell’analisi, alla fatica della partecipazione democratica, al rispetto della legalità, alla corresponsabilità tra cittadini e alla fiducia verso le Istituzioni della Repubblica.
Una sentimento capace di trasmettere la responsabilità ma anche l’orgoglio e la gratitudine di essere cittadini di questo Paese. Una fiducia che oggi sento “incondizionata” dopo aver incontrato un uomo delle Istituzioni come Giorgio Napolitano.
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